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MESAGNE, 11 LUGLIO 2016.

Questa giornata è finita, finalmente!

Stamattina, scendendo da Mottola, Federica e io eravamo amareggiate perché il viaggio sarebbe terminato poche ore dopo.

Non è stato così!

Dopo aver attraversato l’arancione dell’Ilva, proprio alle porte del Salento, la macchina raggiunge una temperatura massima. Mi fermo, accosto, chiediamo aiuto a un vecchio in un casolare. E pare che al momento l’imprevisto si risolva.

Dopo qualche chilometro arriviamo a Mesagne. Dalla steppa entriamo nel centro abitato. La macchina perde acqua: siamo nei casini!

Contiamo sulla solidarietà di alcuni ragazzetti incontrati per caso, andiamo da un meccanico lì vicino. Un uomo complicato, che ci dà l’estrema unzione.

La macchina resterà ferma almeno due giorni perché si è rotta, e lui deve capire quanti tubi dovrà cambiare.

Siamo a tredici chilometri dall’arrivo, questa sì che è bella!

Cerchiamo un posto dove dormire, e ci vengono a prendere Sergio e Patrizia, i proprietari del bed and breakfast che abbiamo contattato.

Sergio, cocciuto, quando scopre cosa stiamo facendo, ci accompagna a Brindisi; seppure, non una volta gli diciamo che non deve disturbarsi.

Arriviamo alle colonne romane, dove si dice finisca la via Appia. E, invece, finisce giusto un po’ più in là.

Nessuna emozione, sono gelida. Federica sale la scalinata che interseca il lungomare. Io resto giù, con Sergio e Patrizia, a leccare il mio gelato di latte di riso.

Torniamo a casa, credo che il viaggio stia cominciando adesso.

(in foto: l’Ilva, l’industria siderurgica di Taranto).

 

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